I gironi infernali di Putin e la resistenza dell'Ucraina. Кола пекла Путіна й стійкість України (Італійською)
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Scrivo queste righe nella notte, durante l'ennesima ondata di intensi attacchi missilistici e di droni contro l'Ucraina. Putin chiama questo concetto di tormento inflitto a milioni di persone "guerra di logoramento". Sta cercando di far passare l'Ucraina attraverso gironi infernali, ideati a Cremlino per punire gli ucraini che non vogliono diventare schiavi di Putin. E a Putin servono molti schiavi per lo scontro globale con l'Europa. Gli schiavi possono essere mandati a centinaia di migliaia, persino a milioni, in attacchi frontali, espandendo e allungando i confini della Russia all'infinito. Proprio come scriveva uno degli ideologi di corte di Putin e architetto della guerra, Vladislav Surkov.
Ecco solo alcuni degli strumenti usati per costringere gli ucraini alla schiavitù russa, passo dopo passo:
La guerra, gli omicidi, le mutilazioni e l'occupazione di territori ucraini dal 2014.
L'invasione su vasta scala dal 2022, con un'escalation esponenziale di morti e feriti.
Esempi di crudeltà esibita a Buča, Irpin e in altre città della regione di Kiev, con l'intento di terrorizzare e paralizzare la volontà dei cittadini.
Distruzione di città ucraine – come Mariupol, Popasna, Mar'inka, Avdiivka, Bakhmut e decine di altre.

Attacchi al sistema energetico, con l'obiettivo di lasciare gli ucraini senza luce, acqua, medicine e cibo.
Massicce incursioni aeree con armi russe, missili balistici nordcoreani tipo KN-23 (secondo la classificazione occidentale) e droni d'attacco iraniani "Shahed", modificati in versione russa come "Geran" e "Geran-2".
E a ogni fase di questo terrore russo, gli ucraini hanno risposto a Putin: "No! Noi resisteremo!".
Gli Stati Uniti si sono stancati
Nel frattempo, a cedere è stato il Paese che era il faro del mondo democratico. Negli USA, la politica di leader europei deboli – come i primi ministri britannico e francese Chamberlain e Daladier, che cercarono di scendere a patti con Hitler accettando l'occupazione di altri Paesi (l'accordo di Monaco) – è ora rievocata dal 47° presidente americano, Donald Trump. Questa nuova linea americana è accompagnata da una strategia informativa coerente. Le operazioni informative russe vengono ormai ripetute anche dall'altra parte dell'oceano. Il blogger statunitense Tucker Carlson, ad esempio, si preoccupa del destino della filiale ucraina della Chiesa ortodossa russa. Ha registrato una lunga intervista con Vadym Novynskyi, l'oligarca "ortodosso" russo che ricevette un passaporto ucraino da Viktor Yanukovych. Naturalmente, in quell'intervista Carlson ha "dimenticato" di menzionare che la "chiesa" russa, di cui Novynskyi è un rappresentante, benedice regolarmente i cittadini russi che uccidono ucraini. E lo fa con fervore religioso. È uno di quei casi in cui la chiesa (la Chiesa ortodossa russa) santifica la guerra. Anche del cosiddetto "tempio della guerra" a Mosca, pieno di cimeli del Terzo Reich, si è dimenticato di parlare. Almeno per equilibrio. Si è limitato ad attaccare l'Ucraina per il suo presunto atteggiamento ostile verso i sacerdoti del Patriarcato di Mosca.

È simbolico che Carlson abbia registrato l'intervista con Novynskyi proprio durante una nuova ondata di esecuzioni contro gli ucraini – attacchi missilistici e di droni durante i quali "veri ortodossi" russi uccidevano anche bambini. Un esempio dell'ideologia del "cristianesimo russo" in azione è il villaggio ucraino di Markhalivka, vicino a Kiev, bruciato dai droni russi.

Questo contesto informativo, favorevole ai crimini di guerra russi, purtroppo si intensificherà. Perché cosa fanno le persone civilizzate quando sono stanche e desiderano "fare affari con la Russia" nell'Artico e altrove? Giusto: girano l'interruttore e iniziano a incolpare la vittima della guerra. Sentiremo ancora molte accuse su come ci siamo comportati "male": volevamo entrare nell'UE e nella NATO, mentre avremmo dovuto correre nel "sindacato della taiga". Diranno che cantavamo le canzoni sbagliate, ballavamo male, parlavamo la lingua sbagliata e approvavamo leggi inadeguate. Festeggiavamo il giorno della vyshyvanka, invece di dedicarci alla "vittoria eterna" alla maniera di Mosca. E così abbiamo fatto arrabbiare Putin. E lui ha attaccato.
Ma voi, cari italiani, capite benissimo che tutto questo è solo una scusa per chi ha iniziato questa guerra. È una menzogna e un tentativo maldestro di trovare un "casus belli". Putin e la sua Russia non avevano bisogno di alcun pretesto. Vi svelo un "grande segreto": ci avrebbero attaccato comunque. Anche se al posto delle vyshyvanky avessimo indossato camicie russe, ascoltato Kobzon, musica criminale russa e pop insulso (che, tra l'altro, già esisteva in Ucraina) e ci fossimo prostrati ogni giorno davanti al patriarca Kirill-Gundyaev. Saremmo stati accusati comunque di "scarsa lealtà", perché nella dottrina di Putin esiste un solo popolo: il popolo russo. Putin avrebbe attaccato comunque, perché questa guerra è il progetto fondante del moderno Stato russo. È stata più volte dichiarata nei forum internazionali – tra cui la Conferenza sulla sicurezza di Monaco – sia da Putin stesso che dai suoi ideologi di corte: Surkov, Medvedev, Lavrov e altri.
La conquista dell'Ucraina e la sua trasformazione in provincia russa è diventata fin dal 2014 un culto per il popolo russo, ed è parte dell'espansione dello "spazio vitale" della nuova impero russo. Putin ha cercato di realizzarlo fin dal suo arrivo al potere: prima corrompendo clan politici in Ucraina, poi avviando guerre commerciali e infine iniziando la fase calda della guerra con un blitzkrieg. Fermato però dalle Forze di Difesa ucraine. Che, nonostante tutto, si sono dimostrate straordinariamente resilienti.
Guardate ai gironi dell'inferno che Putin ha progettato per l'Ucraina. E questo non è nemmeno l'elenco completo. In ogni punto di questo martirio, abbiamo resistito. Abbiamo persino creato sistemi che dimostrano un'enorme vitalità. Per esempio: i russi hanno colpito sistematicamente le centrali elettriche. Ma voi avete la luce, no? Hanno colpito gli uffici postali. Ma i nostri servizi di consegna funzionano meglio che in Svizzera. Recentemente, in piena notte, sono dovuto andare in ospedale. Era notte, suonavano le sirene. Una pattuglia di polizia mi ha scortato con i lampeggianti. I poliziotti mi hanno osservato attentamente, io guidavo aspettandomi che mi fermassero per i controlli del coprifuoco. E invece no – hanno capito la situazione e ci hanno accompagnati in ospedale. Dove medici in servizio hanno fornito l'assistenza necessaria. "Dio, che fortuna che lavoriate", ho detto ai medici. E potrei citare molti altri esempi. Significa che noi, cari ucraini, sappiamo costruire strutture molto resilienti ed efficaci. Ora questa esperienza va trasferita alle istituzioni statali. Dobbiamo obbligarle a fare ciò per cui sono state create. Anche nella giustizia, nella produzione di armi e munizioni, nella lotta alla corruzione. E resisteremo.
Nel "sindacato della taiga" ci andranno i resti della Russia. Se la grande America vorrà seguirla – sarà triste. Ma sarà una scelta degli americani. Anche se spero che non accada. Perché, secondo un sondaggio Harvard CAPS/Harris Poll, oggi il 62% dei cittadini americani è favorevole al sostegno all'Ucraina
Grazie per la traduzione impeccabile Liubov Ilchuk-Novgorodska
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